Politica - 13 febbraio 2020, 14:15

Radicali e Sì Tav contro il taglio dei parlamentari: "Meno rappresentanza per i territori, meglio impopolari che antipopolari"

A Torino nasce il coordinamento dei comitati piemontesi per il no: il 23 febbraio flash mob davanti alla Prefettura

In Piemonte il fronte del no al referendum per il taglio dei parlamentari si allarga ai Radicali, +Europa, Associazione Marco Pannella e Sì Tav, riuniti a Torino nel coordinamento dei comitati piemontesi per il no. Una posizione che hanno deciso di portare in piazza, a Torino, domenica 23 febbraio davanti alla Prefettura con un flash mob.

"Se oggi - ha spiegato Enrico Buemi - si registra una distanza tra Parlamento ed elettorato, non verrà colmata con questa riduzione di senatori e deputati". "È una questione complessa, che non si risolve con questo taglio, ma con la riorganizzazione delle due Camere".

A prendere poi la parola Mino Giachino, leader delle piazze Sì Tav. "Negli ultimi anni - ha commentato l'ex Sottosegretario ai Trasporti - il Parlamento non ha rappresentato interessi generali del paese: noi siamo scesi in piazza per salvare un'opera pubblica essenziale per il futuro". "A Palazzo Madama e alla Camera - ha aggiunto Giachino - le decisioni sono prese nell'interesse generale del paese. Abbiamo bisogno di allargare la partecipazione alla società civile, è l'unica speranza per salvare l'Italia: tagliare i parlamentari fa risparmiare solo poche lire".

"Il no al referendum - ha proseguito Antonio Caputo - prescinde dall'appartenza politica: questa riforma comporta una riduzione del 36% dei parlamentari, con effetti negativi sulla possibilità di essere rappresentati". "In Piemonte si passerebbe, ad esempio, da 22 senatori a 14, con meno rappresentanza per i territorio limitrofi: è una riforma improvvida".

Il presidente dei Radicali italiani Igor Boni ha voluto poi ricordare una frase di Marco Pannella: "è meglio essere impopolare che antipopolare. Oggi dire no al taglio dei parlamentari è impopolare, ma per non essere antipopolare ribadiamo il nostro no". "Se si vuole dare voce a qualcuno che canta fuori dal coro, questo referendum impedirà qualsiasi voce fuori dal coro", ha concluso Boni.

Cinzia Gatti