Politica - 04 novembre 2019, 16:13

Il segretario uscente di Pinerolo lascia il Pd: “Ha perso la propria spinta riformatrice”

Ricchiardi non si sbilancia, ma è vicino un suo passaggio ufficiale a ItaliaViva di Matteo Renzi

Stefano Ricchiardi (a destra) con il capogruppo del Pd in Consiglio a Pinerolo Luca Barbero

“Il Pd ha perso la propria spinta riformatrice e si è rifugiato nel rassicurante ruolo del partito responsabile, che (giustamente) si curava della sostenibilità del bilancio ma non offriva più una prospettiva di futuro”. Questo è uno dei passaggi della lettera con cui l’ex segretario Stefano Ricchiardi dà l’addio al Pd. Una missiva scritta ieri e indirizzata al segretario regionale Paolo Furia, a quello provinciale Mimmo Carretta e al capogruppo in Consiglio comunale Luca Barbero, nonché a tutti gli iscritti e simpatizzanti del circolo di Pinerolo.

Ricchiardi aveva già annunciato da mesi di voler lasciare la segreteria del partito e nelle ultime settimane era anche dibattuto sulla sua permanenza nel Pd.

A instillare dubbi è stata la scissione renziana di agosto e la nascita di ItaliaViva. Ricchiardi è orientato a sposare questa nuova avventura, anche se ufficialmente non si sbilancia: «C’è ancora tempo per decidere», ma venerdì c’è la presentazione di ItaliaViva a Pinerolo e potrebbe arrivare l’ufficialità.

L’ex segretario non ha mai avuto tessere prima e si è avvicinato al Pd per “l’opportunità di poter fare politica con una nuova ambizione, con l’idea che fosse più importante non il ‘da dove veniamo’ ma il ‘dove vogliamo andare’: di fronte alle profonde trasformazioni subite dal sistema socioeconomico, con l’avvento delle nuove tecnologie e della globalizzazione, di nuove forme di lavoro e di nuove esigenze delle famiglie e delle imprese, c’erano le proposte e le idee di una forza politica progressista e riformatrice, fresca e innovatrice”, come scrive nelle sue dimissioni.

Il partito però ha perso, ai suoi occhi, la spinta riformatrice e lasciato strada alle destre, perché troppo preso in lotte intestine. La fine risale al 2016, quando una parte del Pd non ha sostenuto la riforma costituzionale, demolendo la leadership di Matteo Renzi.

Ultimo macigno, il governo con il M5S e la proposta di un’alleanza organica: “Un’opzione politica mai discussa ed elaborata, sulla quale gli iscritti non sono stati coinvolti, e che va ben al di là dell’accordo di governo: i risultati si sono visti”. Ricchiardi però conclude con un abbraccio per i compagni di strada di questi anni, aprendo alla possibilità di fare altri pezzi assieme in futuro. In vista, infatti, ci sono le elezioni comunali del 2021 a Pinerolo, dove il centrosinistra vuole rifarsi del ribaltone del 2016, che ha visto i Cinque Stelle prendere la guida del Comune.

Marco Bertello