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Economia e lavoro | 22 ottobre 2019, 11:00

Aspettando Conte, la "Spoon river" del mondo industriale vede a rischio 3300 lavoratori

Alle 14 tutti i sindacati saranno di fronte a Palazzo Civico per far sentire la propria voce al premier, in città per parlare di Area di crisi complessa. Chiarle (Fim Cisl): "E c'è pure la cassa integrazione di FCA, tra carrozzeria e Agap di Grugliasco. Ma la conta è comunque parziale"

Aspettando Conte, la "Spoon river" del mondo industriale vede a rischio 3300 lavoratori

Lo aspetteranno (pioggia o non pioggia) di fronte a Palazzo Civico a partire dalle ore 14 di oggi. Ma non saranno soltanto voci, striscioni e megafoni: tutti i sindacati metalmeccanici avranno anche nomi e soprattutto numeri, da presentare al premier Giuseppe Conte, in visita a Torino per parlare di Area di crisi complessa. Numeri da far tremare i polsi: quelli dei posti di lavoro a rischio per quanto riguarda il mondo dell'automotive. E non solo

Una triste "conta" che sfiora quota 3300 addetti. Tanti. Tantissimi se si considera che nel Torinese gli operai metalmeccanici sono circa 100mila. "A cui bisogna aggiungere la cassa integrazione in FCA, particolarmente Carrozzeria e Agap - sottolinea Claudio Chiarle, segretario provinciale di Fim Cisl - che riguarda oltre 4000 addetti, anche con fermate temporanee e limitate".

L'elenco è lungo e circostanziato. E include nomi "noti" delle crisi industriali locali, ma anche altri marchi meno conosciuti, ma altrettanto in sofferenza. Dunque ci sono i 409 lavoratori di Embraco - Ventures (che domani, 23 ottobre, saranno al Mise per discutere delle prospettive di un piano che stenta a decollare a Riva di Chieri), ma anche i 180 di Blutec e Ingegneria Italia. Addirittura 600 i lavoratori della Lear, che produce sedili per Maserati, mentre sono 432 i dipendenti Tekfor (semilavorati per automotive), che peraltro - essendo a Villar Perosa, nel Pinerolese - non rientra nel confine dell'area riconosciuta per "crisi complessa".

Altri 400 sono di Olisistem Start, a Settimo (anche loro, domani, a Roma. Ma il ministero sarà quello del Lavoro, per parlare di ammortizzatori sociali). Mentre sono 100 i dipendenti della MTD Tiberina, che con la Tekfor condivide l'esilio - trovandosi nel Canavese - rispetto all'area di crisi. Sono 450 i lavoratori coinvolti per Mahle Motori, con presenze anche in provincia di Cuneo e un futuro non roseo, mentre sono 40 i lavoratori di Blue Car

Altra vertenza sotto i riflettori è quella di Comital-Lamalu (126 persone, che ora sperano nella proposta d'acquisto di matrice cinese arrivata poche settimane fa), mentre sono una "new entry" i 370 dipendenti di New Holland, a San Mauro, dove la logistica prenderà il posto della manifattura lasciando fuori decine e decine di esuberi. E ancora: 100 lavoratori per PMC Automotive, 25 per Millemiglia, altrettanti per Paintech e 35 per HTF. Dimensioni forse inferiori e meno "rumorose" di altre, ma comunque composte di storie di persone, di famiglie e di enormi timori per il futuro.

Il totale, calcolatrice alla mano, è dunque di 3296. A loro, anche a loro, Giuseppe Conte dovrà dare una risposta. "L’impatto soprattutto sull’automotive è forte, ed è dato anche dal rallentamento delle economie francesi e tedesche per cui l’export automotive rallenta - dice ancora Chiarle -. In Piemonte ci sono circa 58mila addetti nel settore automotive, esclusa FCA, un terzo del valore complessivo con un fatturato di 46 miliardi in Italia di cui il 38% FCA; 18 miliardi in Piemonte di cui il 45% FCA. Considerando un rapporto 1 a 3 sull’indotto abbiamo circa 20/25mila posti di lavoro a rischio prevalentemente nel automotive".

Con una postilla finale: "L’elenco di cui sopra è delle aziende in crisi in cui il sindacato è presente quindi non è un elenco esauriente". Insomma, nella realtà le persone che tremano guardando al futuro potrebbero essere molte di più.

“Dopo la bufala sul polo tecnologico da sette milioni promesso nell’ex asilo occupato e clamorosamente smentito, oggi temiamo l’ennesima promessa fake di Conte, la più umiliante per Torino nel giorno della passerella del premier organizzata dal Sindaco Appendino a Palazzo Civico”, attaccano Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d’Italia, e Maurizio Marrone, capogruppo FDI in Regione Piemonte.

I due esponenti di FdI spiegano: “Nel decreto che proclama Torino area di crisi complessa, tanto strombazzato lo scorso aprile dal leader grillino Di Maio, allora a capo del Mise, l’unico cenno esplicito ai fondi è a 157 milioni promessi per il rilancio industriale del capoluogo piemontese, che però fanno riferimento ad un Accordo di programma del dicembre 2017: il testo parla chiaro, con progetti di ricerca e sviluppo che riguardano solo gli stabilimenti FCA di Torino città, Orbassano, Pomigliano e Trento, nessun coinvolgimento dei comuni della provincia menzionati dal decreto, ma, soprattutto, con soli 31 milioni garantiti dal MISE, mentre dalla DGR 29/2017 risulta che di questi solo 19 milioni sono destinati al Piemonte, a fronte di una compartecipazione regionale alla spesa di oltre 8 milioni: temiamo che la vetrina grillina di oggi a Palazzo Civico sia una presa in giro".

Massimiliano Sciullo

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